Possiamo immaginare la riflessologia come una fotografia del corpo umano rimpicciolita e proiettata in proporzione su alcune aree periferiche: piedi, mani, orecchie, lingua, occhi.
Le zone periferiche: i confini sensibili del corpo
Il sistema nervoso: afferenze ed efferenze
Ma cosa accade esattamente nel corpo?
Tutto si gioca sulla parola chiave:
informazione. Le terminazioni nervose periferiche sono di due tipi:
- Afferrenti → portano informazioni dalla periferia al centro.
- Efferenti → portano informazioni dal centro alla periferia.
Quando tocco un piede, non sto solo stimolando, ma anche
ricevendo informazioni:
- la pelle è secca o elastica?
- i muscoli sono contratti o rilassati?
- le ossa appaiono rigide o mobili?
Tutto questo racconta qualcosa della persona. Il compito dell’operatore è leggere queste informazioni, elaborarle e restituire un tocco che sia coerente: un messaggio di riequilibrio. Non è un atto meccanico: è un dialogo continuo fra ricevente e operatore, fra stimolo e risposta, fra centro e periferia.
La Riflessologia Zú si muove nel solco del pensiero taoista.
Un principio guida il lavoro: l’equilibrio tra yin e yang.
Possiamo sintetizzare il processo in tre passaggi:
- Meccanico → Il tocco manuale genera uno stimolo fisico.
- Elettrico → Lo stimolo viene tradotto in un’onda elettrica che viaggia lungo i nervi fino al cervello.
- Chimico → Il cervello elabora il segnale e lo trasforma in risposta chimica all’organo di competenza.
Il bello è che il cervello ha una caratteristica straordinaria:
amplifica i segnali che considera utili.
Non distingue sempre tra ciò che è reale e ciò che è percepito. È lo stesso meccanismo dei sogni: lì facciamo cose impossibili, ma vissute come vere.
Così un’informazione trasmessa con il tocco, se coerente e significativa, viene amplificata, rilanciata e utilizzata dal corpo.
Mani e piedi: due mappe complementari
Riflessologia e Tai Chi Chuan
Scopri la semplice storia della riflessologia plantare
Esiste una relazione anatomica inversa fra mani e piedi:
- le dita delle mani hanno la stessa lunghezza del calcagno;
- i carpi e i tarsi hanno proporzioni simili;
- le estremità sono speculari, ma in modo inverso.
Sono entrambe mappe preziose, ma il piede racconta qualcosa in più: è il punto di scarico della gravità, il luogo in cui “finisce” tutto ciò che avviene sopra.
Dal punto di vista energetico:
- il punto Yongquan (Rene 1) sul piede connette con l’energia della Terra,
- il punto Laogong (Pericardio 8) sulla mano connette con l’energia del Cielo.
Mani e piedi non sono in competizione: sono
complementari, due strumenti che si completano.
Il concetto di movimento è centrale non solo in riflessologia, ma anche in altre discipline.
Il
Tai Chi Chuan e Qi Gong sono arti marziali interne, meditazione in movimento. Allenano l’equilibrio, la percezione corporea, la sensibilità.
Anche in questo caso, la parola chiave è:
rimettere in movimento.Per chi desidera praticare, svolgo personalmente un
corso settimanale a Pero (MI), che permette di sperimentare questi benefici: rafforzare il sistema nervoso, migliorare la coordinazione, ridurre le tensioni muscolari, favorire la concentrazione.
Riflessologia e Tai Chi parlano lo stesso linguaggio: movimento, armonia, equilibrio. Il riflessologo olistico non si sostituisce al medico: è un ponte.
Un tutor che collega la persona a diverse competenze, creando un dialogo con chi ha una visione a 360°.
Per questo credo sia importante avere più frecce nella faretra: più strumenti significa più possibilità di fare centro.
Come diceva un maestro: “Il saggio e l’arciere hanno una cosa in comune: se non fanno centro, danno la colpa a se stessi e non agli altri”.
Ed è questo il senso profondo della parola peccato: non è un gesto impuro, ma semplicemente significa mancare il bersaglio.
Ogni volta che non riusciamo ad aiutare davvero, abbiamo mancato il centro. Il nostro compito è allenare la mira, per diventare sempre più efficaci.
Due trattamenti per rimettere in movimento
Il ruolo dell’operatore e del tutor
Riflessologia Zú: gli strati corporei e i Cinque Movimenti
Per chiarire questo meccanismo, porto un esempio vissuto durante un corso.
Un partecipante soffriva di sciatica: dolore forte e persistente. Ho lavorato stimolando alcuni punti del meridiano della Vescicola Biliare (Zu Shaoyang), a valle della zona dolorante.
Cosa ho fatto in pratica? Ho creato una differenza di potenziale elettrico, come se avessi inserito una “presa a terra”.
Le cariche elettriche che ristagnavano nella muscolatura contratta hanno trovato una via di scarico, smettendo di alimentare la contrazione.
Il dolore si è attenuato subito. Certo, non è un miracolo: per guarire serve indagare le cause profonde (muscolari, posturali, psicosomatiche).
Ma l’esempio mostra bene il funzionamento della Riflessologia Zú: rimettere in movimento ciò che ristagna.
La sciatica è un disturbo superficiale, perché interessa i meridiani Yang.
Più complessa è, ad esempio, la pubalgia, legata alle inserzioni tendinee nella zona del pube. Qui si sviluppano micro-infiammazioni che col tempo possono diventare calcificazioni. È un livello più profondo, che richiede un lavoro diverso perchè più cronico, più Yin.
La riflessologia Zú amplifica la sua capacità di visione collegando gli
strati corporei ai
Cinque Movimenti della Medicina Tradizionale Cinese:
- Ossa → Acqua
- Muscoli → Legno
- Tendini, cartilagini e legamenti → Terra
- Pelle → Metallo
- Vasi sanguigni → Fuoco
1. Massaggio Olistico Riflessologico- segue la logica della Legge di generazione dei Cinque Movimenti;
- rimette in circolo l’energia attivando la funzione circolatoria;
- scioglie la stagnazione.
2. Massaggio linfatico riflesso- sostiene l’eliminazione delle tossine prodotte dal primo trattamento;
- potenzia il funzionamento del sistema linfatico, il “sistema fognario” del corpo;
- accompagna l’organismo a completare il processo di pulizia.
Da ogni Movimento corrispondo un organo pieno (Zhang) e un viscere vuoto (Fu), e tutti hanno un riflesso sui piedi.
Trattare gli strati corporei e gli organi riflessi corrispondenti ai 5 movimenti in base alle loro leggi di relazioni aiuta a rimettere in movimento ciò che sta ristagnando.
Questa stimolazione sostiene così il naturale processo di eliminazione delle tossine e contribuisce ad allentare le tensioni muscolari e a liberare dai dolori osteoarticolari donando benessere.
Anticamente si dispensavano piccole dosi di veleno, dei rimedi di origine animale vegetale e minerale, per aiutare il corpo a buttar fuori. Queste sostanze si chiamavano farmaco dal greco pharmakon. Ciò che è stato buttato fuori smette di far danno.
Insieme, questi due trattamenti rappresentano un percorso semplice ma potente per sostenere i processi di autoguarigione dell’organismo.
- Dove c’è pieno, durezza, rigidità, il tocco deve essere morbido, fluido, leggero.
- Dove c’è vuoto, mancanza, freddezza, il tocco deve essere pressorio, lento, profondo, capace di scaldare e tonificare.
Questo non è un gioco di opposizioni astratte: è l’arte di riportare armonia.
Un piede vuoto non va stimolato con movimenti superficiali, ma va nutrito con pressioni profonde. Un piede pieno non va caricato di ulteriore pressione, ma disteso e ammorbidito.
La riflessologia, in questo senso, diventa un linguaggio fatto di gesti che parlano di equilibrio.
Perché proprio mani, piedi, orecchie, occhi, lingua? Perché queste parti del corpo sono estremamente innervate.
La natura ha concentrato lì un numero enorme di terminazioni nervose per un motivo molto semplice: sono le
zone periferiche, i confini con l’esterno.
Il corpo, ai margini, deve essere pronto, all’erta, sensibile. Deve percepire ciò che accade al confine. Facciamo un esempio molto concreto. Prendi una ciglia:
- Se la metti nell’occhio, dà un fastidio incredibile.
- Se la appoggi sulla natica, non senti praticamente nulla.
Le zone centrali del corpo, come i glutei o il bacino, sono carnose, vascolarizzate, ma molto meno sensibili. Le estremità invece sono
antenne sensoriali: mani e piedi percepiscono con precisione incredibile. Ecco perché la riflessologia agisce proprio lì: perché attraverso quelle antenne nervose si dialoga in maniera diretta con il sistema nervoso centrale.
Ognuna di queste aree è una mappa, e ognuna di esse racconta qualcosa di noi. Alcune permettono diagnosi e trattamento (piedi, mani, orecchie), altre solo lettura (come gli occhi). L’idea è che tutto il corpo si riflette nelle sue estremità, come se fosse un microcosmo che racconta il macrocosmo.
Alcuni la considerano talmente antica da avere origini che si perdono nella notte dei tempi, altri credono che arrivi dall'antico Egitto, altri ancora dalla Cina arcaica.
Tuttavia, se si vuole mantenere un approccio serio e scientifico alla ricerca, non si può sapere se già in tempi antichi veniva praticata come lo è oggi e non ci sono testi che ne parlano in questi termini.
Se vuoi approfondire, ho scritto un articolo sulla storia della riflessolgia plantare
qui.
Nei corsi di riflessologia insegno due trattamenti fondamentali: