Scopri come il corpo, con la sua struttura e il suo movimento, diventa una guida per conoscere te stesso e vivere in equilibrio.
Attraverso il Taijiquan e il Qi Gong, alleniamo presenza, radicamento e armonia, trasformando ogni gesto in consapevolezza.
Taijiquan e Qigong
✺ Discipline di cui mi occupo
Il Tai Chi Chuan (Taijiquan), per come lo vivo io, è uno strumento di cui l’uomo ha a disposizione per conoscere e coltivare se stesso e imparare a muoversi nel mondo in cui vive.
La forma è funzionale alla funzione
L’applicazione marziale non è altro che una inevitabilità di questo processo.
Un assioma che vale in natura vuole che la forma sia funzionale alla funzione.

Se una certa cosa, un oggetto, un animale, un essere vivente è fatta in un certo modo, ha cioè una certa “forma”, è perché quella “cosa” ha un compito da svolgere, deve cioè svolgere delle funzioni, qualcuno direbbe compiere un lavoro, deve assolvere a degli scopi ben precisi e lo deve fare in un certo determinato modo, altrimenti avrebbe avuto una forma diversa.

Una palla è sferica, è rotonda, è dinamica, la si può usare per giocare, un cubo invece è un poliedro, è statico, lo si può usare per appoggiarci sopra cose, oppure per sedercisi sopra, se invertiamo le funzioni la cosa semplicemente non funziona (Fracchia docet).

Se poi ad esempio cambiamo la forma della sfera, cambiano il gioco e le sue regole (calcio piuttosto che tennis o basket), esattamente come avverrebbe per il cubo (poltrona, cubo di Rubik o mattoncino del Lego), confermando una volta di più la validità dell’assunto.
Il nostro corpo non fa eccezione rispetto a questo assioma, e così ogni articolazione è disegnata proprio per fare uno specifico movimento o una serie di movimenti e non altri.

Il ginocchio ad esempio è limitato ad una azione di flesso-estensione e tutta la sua struttura osteoarticolare è “progettata” proprio per questo, e se si forza l’articolazione con movimenti di torsione si rischia la rottura, come ben sanno sciatori, tennisti, giocatori di basket e praticanti di tutti quegli sport caratterizzati da movimenti che forzano la struttura articolare del ginocchio, nonostante dietro ci sia una importante preparazione atletica che contribuisce ad aumentarne la stabilità.

Tra le articolazioni che permettono all’uomo di muoversi nello spazio sicuramente c’è quella delle anche e del bacino, che in cinese si chiama KUA. Questa articolazione ha il compito di separare e contemporaneamente unire l’alto con il basso, ed in questo è strettamente connessa con il muscolo Ileopsoas, ed è coinvolta in praticamente tutti i movimenti che facciamo.
Grazie a numerose scoperte in campo neurologico, oggi sappiamo che il NGF (nerve growth factor) – individuato dal premio nobel Rita Levi Montalcini – svolge un ruolo cruciale nella formazione e nel mantenimento delle connessioni sinaptiche tra i neuroni, permettendo una corretta trasmissione dei segnali nervosi, oltre ad essere coinvolto nella plasticità cerebrale, ossia nella capacità del cervello di modificarsi e adattarsi in risposta a stimoli esterni.
Detto in parole semplici,
oggi sappiamo che le connessioni dei neuroni si modificano in funzione delle esperienze che facciamo.
Con la pratica del Tai Chi Chuan e del Qi Gong i nostri neuroni acquisiscono nelle loro connessioni l’esperienza dello stare al mondo e di muoversi in esso come di una esperienza coerente col contesto nel quale siamo stati progettati per essere.
Come ad esempio quando si vede un tramonto a 3.000 metri di altezza in cima a una montagna, o quando ci si innamora, o si soffre per una amicizia fallita, o la prima volta che assaggiamo un piatto nuovo, o quando riceviamo o diamo uno schiaffo o una carezza e via dicendo… inutile elencare tutte le esperienza della vita semplicemente perchè impossibile…
Il concetto è che un bambino impara cosa vuol dire che il fuoco brucia quando si brucia per la prima volta, quando cioè ne fa esperienza diretta con il corpo, non quando glielo dice il papà.

Lo strumento principale che abbiamo a disposizione per fare esperienza nel mondo e del mondo è dunque il nostro corpo, in tutte le sue realtà, organica, psichica ed energetica.
La forma del nostro corpo determina quindi il modo in cui ci dovremmo muovere nello spazio, e nel momento in cui iniziamo a rispettarla il premio saranno delle connessioni neurali basate su una realtà effettiva, strutturale che essendo coerente con la sua stessa natura non potrà che offrirci una visione più limpida di ciò che è…

Andrea Pazienza scrisse che un viaggio di scoperta non è mettersi uno zaino in spalla a andare in giro, ma avere occhi nuovi. Praticando la coerenza del corpo nel suo spazio si coltiva l’aderenza alla realtà.
Uno dei premi di tale riconnessione è di riuscire a guardare alle cose per quello che sono, di chiamarle col loro nome, di riconoscerne la positività o la negatività per noi, permettendoci di fare delle scelte un pò più consapevoli.

Tutto ciò rappresenta solo un aspetto di un’arte che è difficilmente sintetizzabile in poche parole.
O quanto meno è parte di ciò che rappresenta per me. L’applicazione marziale non è altro che una inevitabilità di questo processo.
Nel video che trovi a questo link, mi vedi mentre “aiuto” il mio maestro Sam Masich a dimostrare come la struttura riesce e diventare energia marziale.
Comprendere la meccanica di funzionamento di questa area del nostro corpo ci permette di muoverci in maniera armonica, bilanciata, morbida, equilibrata e dinamica, rilassata e stabile, senza tensioni, efficace ed efficiente.
Il primo passo consiste nel confrontarsi con la forza di gravità, nel riconoscerla, nell’accettarla, nel dirle di “SI”.

Occorre comprendere come agisce, riconoscere le sue manifestazioni su di noi e come usare al meglio il nostro corpo, ricordando che la sua struttura è “disegnata” per permetterci di farlo in maniera unica, privilegiata rispetto a tutti gli altri animali, e in modo coerente con la sua stessa forma.

Noi siamo infatti le uniche creature che si muovono in posizione eretta; le nostre ossa, le nostre articolazioni, tendini, legamenti, muscoli e tutto il resto, sono fatti per consentire all’uomo di muoversi nello spazio con una dinamica unica che gli permette di avere una visione privilegiata, e così una responsabilità speciale.

Se non si è capaci di sostenere il proprio peso come si può pensare di volersi caricare gli altri “pesi” che la vita ha per noi? Le virgolette alla parola pesi non sono casuali, ma vogliono sottolineare il fatto che, a seconda di come siamo strutturati, quelli che per alcuni sono i pesi della vita, per altri rappresentano il frutto di scelte consapevoli che hanno permesso alla loro vita di essere le vita che volevano!
Insegno strumenti applicabili da subito, con un approccio che unisce pratica, studio e presenza.
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Percorso di pratica corporea e consapevolezza realizzato in collaborazione con l’Associazione Auser di Pero e il Comune di Pero. Un invito aperto a tutti, per coltivare equilibrio e presenza.
Corso di Tai Chi
Ogni lunedì e mercoledì

Domande frequenti su Taijiquan e Qigong

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